La Dottoressa Lucia Nusiner e la Professoressa Giuliana Nessi hanno  trattato con grande passione il tema "Commercio equo-solidale:  come fare economia rispettando persona e ambiente".  Molti dei soci hanno già conosciuto Lucia Nusiner quando ci ha  accompagnati a visitare un suo bellissimo progetto: il parco agricolo  ornamentale “Iland” di Italcementi al Kilometro rosso; Lucia è socia  e collabora con la cooperativa “Il Seme”  Giuliana Nessi è esperta per l’orientamento scolastico e  professionale, presidente della cooperativa sociale “Il Seme” per  un’economia equa e solidale; è presidente e socia volontaria  dell’Associazione di promozione sociale “I colori del mondo”  commercio equo e solidale.  Tra i dati che ci hanno presentato le relatrici spicca quello della  distribuzione mondiale del reddito dove si evidenzia che circa l’85%  della ricchezza mondiale è a disposizione del 20% della popolazione.  Un indice molto importante che ci è stato mostrato è quello di  “GINI” che fornisce una misura della disuguaglianza di reddito  all’interno di un paese (più è alto più è forte la disuguaglianza).  Altro dato che ci deve far riflettere è la percentuale relativa alla  mortalità infantile, quella dei morti di AIDS e l’incidenza della spesa  sanitaria divisa per aree geografiche.  Dopo la carrellata di dati che evidenziano le difficili situazioni  presenti nel “Sud del mondo” cerchiamo di capire cosa è il  commercio equo e solidale.  "Per un commercio equo e solidale": con questo slogan si è diffuso  verso la fine degli anni '80 in Europa un movimento di persone e  gruppi sensibili alle problematiche del Sud del mondo, con  l'obiettivo di avviare nuove relazioni umane ed economiche con le  organizzazioni dei piccoli produttori, contadini ed artigiani del sud.  Attualmente in Europa i punti vendita di prodotti del Commercio  Equo e Solidale sono più di 60.000, e tra questi 2.800 Botteghe del  mondo (circa 400 solo in Italia).

Le vendite al dettaglio valgono  circa 500 milioni di euro. Dall'altra parte del mondo oltre 800.000  famiglie di contadini ed artigiani beneficiano di migliori condizioni  per la commercializzazione dei loro prodotti e possono così contare  sull'afflusso di risorse per essere artefici, in prima persona, del loro  sviluppo.  Quali sono i principi costitutivi del Commercio Equo e Solidale?  Principio lavoro  Il lavoro deve essere svolto rispettando i presupposti locali, devono  venir prese in considerazione piccoli e decentrati produttori e non  singole persone. Si tende ad un grande movimento occupazionale  che contribuisca al miglioramento delle condizioni di vita. Il lavoro  non deve danneggiare la salute e deve portare più entrate, è  preferibile che sia orientato verso la produzione artigianale e su  piccola scala senza alcuna forma di sfruttamento, la qualità della  produzione deve essere compatibile con la possibilità di smercio. Ai  produttori devono essere garantiti modi democratici nella gestione  del lavoro, la possibilità di sviluppare i prodotti sulla base delle  conoscenze tradizionali e delle loro capacità.  Principio di giustizia  Per giustizia si intende il poter conseguire la propria stabilità e  indipendenza, la liberazione da intermediari, finanziatori e datori di  lavoro, e al contrario partecipare alle decisioni su investimenti,  contratti di lavoro, permessi, ecc.. Ma anche rapporti con le  strutture sociali e politiche come la promozione locale dei prezzi per  i produttori riguardo al resto della popolazione. Rispettando i  presupposti locali, il lavoro deve essere giustamente retribuito. Il  calcolo del prezzo deve essere trasparente ed orientato al benessere  dei produttori aggirando gli intermediari.  Principio di sviluppo  Per i partner le importazioni devono contribuire  all'autodeterminazione dei produttori perché il loro sviluppo divenga  stabile. In Italia attraverso i prodotti vengono promossi l'attenzione  e il rispetto per i produttori e la loro cultura.